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Francesco testimonianza di fraternità

Cinque anni fa papa Francesco ha scelto proprio la fraternità, fondamento e via per la pace, come tema per la sua prima Giornata Mondiale per la pace

Credits Ansa

Chi viene a contatto con l’esperienza di Francesco e ha la grazia di sostare in Assisi percepisce la fraternità universale come cifra del Poverello, come sua irradiazione, che tocca profondamente e affascina tutti coloro che vengono a contatto con lui. Tutti possono constatare che i tre fondamentali della Rivoluzione francese, libertà, uguaglianza e fraternità non si sono ancora inverati in una visione umana integrale perché dai tre è stata di fatto rimossa appunto la fraternità: perciò libertà e uguaglianza restano, per così dire, senza casa.

Cinque anni fa papa Francesco ha scelto proprio la fraternità, fondamento e via per la pace, come tema per la sua prima Giornata Mondiale per la pace, e ha sottolineato che solo la fraternità permette di superare la “cultura dello scarto” e promuovere la cultura dell’incontro. Francesco di Assisi, riconoscendo Dio come Padre di tutti, scopre con gioia che siamo tutti fratelli in un abbraccio cosmico “cum tucte le creature”.

La fraternità vera, fondata sulla stessa origine e chiamata alla stessa vocazione comunionale, suppone e promuove l’unità del genere umano, l’uguaglianza dei suoi membri - senza esclusione, perché tutti figli e fratelli – e la libertà nella verità che è amore. Se ci domandassimo “dove abita l’uomo?”, Francesco d’Assisi ci risponderebbe che la sua dimora è la fraternità. Il principio dialogico, tematizzato tra gli altri da Martin Buber, è stato vissuto e testimoniato con una particolare intensità e passione da Francesco, l’uomo dialogico che ha abolito la categoria amico/nemico per porre al centro solamente la categoria fratello-sorella.

In sintonia con il pensiero contemporaneo potremmo tradurre la categoria fraternità in relazionalità. Oggi la riflessione antropologica attenta al mistero dell’uomo pone al centro la relazione interpersonale, anzi intersoggettiva, al punto che la persona non viene più definita solo come essere razionale o sostanza, ma come “essere in relazione”. Se la verità della persona umana è la relazione, allora la fraternità ne è la casa. Quella fraternità che ha nel suo cuore il “fra” proprio della relazione con l’altro nell’unità.

La fraternità è l’unità dei diversi: l’unità plurale, intuizione geniale e incompiuta del cristianesimo. Paradossalmente, e veramente, l’unico assoluto è il relativo della relazione, tanto che la relazionalità è il trascendentale, ossia la dimensione costitutiva dell’intera realtà: dalle particelle subatomiche, agli atomi, alle cellule, alle molecole, agli organismi, alle persone, ai popoli, … dal microcosmo al macrocosmo ritroviamo una legge, una logica della relazionalità che conduce alla fraternità in progress.

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